a cura di Giuseppe Busani e Marina Mojana
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Guido Lodigiani | Scultore
BATTISTERO DEL DUOMO Casale Monferrato (AL) | Cattedrale di S. Evasio
 

Il lavoro di Guido Lodigiani si è inserito con singolare efficacia e sintonia nel contesto architettonico esistente, che già costituiva un’anticipazione singolare della verità dell’azione battesimale.
In questo Battistero tutto è appello al cambiamento, tutto è carico della tensione al contatto e sprigiona energia di vita: la presenza dell’acqua che discende da altezze vertiginose e che poi, bassa, scorre morbida ai nostri piedi, quasi a voler raggiungere tutti per raccogliersi, infine, toccare e accogliere nella vasca-grembo ogni singola creatura; il calore della luce che, attraverso tratti variegati di colore, conduce ad una fiamma che arde e si consuma perché nessuna vita sia priva di passione e cura; la forza plasmata del bronzo che sembra fremere dell’unico desiderio di veder fiorire volti che sappiano a chi guardare e che trovino qualcuno che rivolge loro uno sguardo carico di promessa.
Se è vero che l’artista è uno che patisce e soffre l’impressione lasciata in lui dal contatto con il Mistero, a tal punto da sentire l’urgenza di accompagnare gli altri ad entrarvi, qui qualcosa di tutto questo è accaduto.

Giuseppe Busani
Conclusione dell’intervento al Convegno di inaugurazione del Fonte Battesimale, cattedrale di Casale Monferrato, 16 dicembre 2006.

 


 

L’INSTALLAZIONE SCULTOREA: FONTE BATTESIMALE, CANDELABRO E TRINITÀ

Essere scultore significa non temere la fisicità, propria e altrui, e amare la materia per ricrearla.
Guido Lodigiani pensa le sue monumentali sculture come fosse un architetto e poi le ritocca da pittore; il suo gesto artistico inizia col disegno (una pratica per lui quotidiana e rigorosa, dal vivo, davanti al modello) e si compie prendendo forma nello spazio del suo studio, tra impalcature che sembrano palafitte. Su queste esili strutture portanti l’artista costruisce una simbolica capanna, un luogo d’amore dai muri di cartone, dai tetti di cera e dalle giunture di stoffa.

Soltanto in un secondo momento il bronzo, colando fuso, riveste questi materiali, li impregna di sé e dà sostanza alle forme: il cartone diventa l’indefinibile presenza del Padre nell’installazione del Fonte battesimale, la cera plasma i lineamenti dell’umanità nel volto del bimbo sospinto dall’arca del Cero pasquale, ma anche nel volto di Cristo e nel suo corpo crocefisso nell’installazione con la Trinità. Infine la stoffa si tende e si annoda come energia: è il materiale usato per modellare lo Spirito Santo che avvolge e stringe ogni essere vivente. Ogni fusione di Guido Lodigiani è un pezzo unico, perché il modello di carta, di cera e di stoffa sparisce dentro la colata: ogni opera d’arte dello scultore milanese è unica e irripetibile, come ogni vita.
Ma Lodigiani non si accontenta di imitare la natura, vuole sfidare la materia e rendere fiato delicato ciò che è rigido e pesante, trasformare un materiale muto e freddo in voci ed emozioni calde. Per questo anima il bronzo di colori e di guizzi vivificanti e una volta fuso lo accarezza con un’accorta patinatura. I colori scelti per i tre elementi del Battistero del Duomo di Casale Monferrato sono quelli primari: blu per il Fonte, giallo per il Cero, rosso per la Trinità; ma la patina blu viene ritoccata di bianco, sfumata di azzurro, circondata di vetro fuso per dire l’acqua zampillante della sorgente alpina, che scende limpida dai ghiacciai; la patina gialla, lumeggiata d’oro, racconta la luce della fede che brillando dà significato all’esistenza, dona vita nuova e illumina il buio del mondo; la patina rossa marezzata d’arancio, di viola e di rosa, è metafora del sangue e del corpo amante di Cristo, sempre caldo e sempre antico, paziente e generoso.
Lo scultore sa che il corpo è il mezzo con cui può arrivare agli altri. Ma per dire che cosa?
Il corpo si ha per qualcuno/qualcosa, per la vita, per il lavoro, per costruire, per comunicare. Il corpo è l’artista davanti al mondo, e ciò lo rende cosciente di qualcosa che non è corpo in lui: si può chiamarla mente, conoscenza, oppure, approfondendo, anima, il segno di un’immortalità per la quale il corpo “sente” di essere fatto.
Come ogni grande artista Guido Lodigiani sa rendere visibile l’invisibile.

Marina Mojana
Testo inedito per il Convegno di inaugurazione del Fonte Battesimale, cattedrale di Casale Monferrato, 16 dicembre 2006.

 

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